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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Discorso della corte di Roma.
Es wäre sehr zu wünschen, daß wir dieß Werk wenigstens noch über
die religiösen Irrungen besäßen.

Obige Stelle habe ich auch darum angeführt, weil gleich die
ersten Zeilen beweisen, daß es zu den Quellen gehört deren sich Maf-
fei in seinen Annali di Gregorio XIII Pontefice Massimo be-
dient hat. Man vergleiche I, p. 27 bei Maffei. Scrisse a Carlo
risentitamente, che se egli comportava che i sudditi e ministri
s'intromettessero in questa guerra per distornarla, egli tutto ri-
conoscerebbe da lui e dalla mala sua intenzione. E per l'istesso
fine opero che li signori Veneziani gli mandassero un' amba-
sciadore con diligenza. Rispose Carlo modestamente, ch'egli fa-
rebbe ogni possibile perche i suoi ne a lui dovessero dar dis-
gusto ne agli Spagnuoli sospetto di quello ch'egli non aveva in
pensiero. Ma non resto pero di dolersi con Emanuele duca di
Savoja della risentita maniera con che gli aveva scritto il pon-
tefice: parendogli che si fosse lasciato spingere dagli Spagnuoli
che avessero voglia essi di romperla: et ad un tempo comincio
a presidiare le citta delle frontiere.

Auch übrigens finde ich, daß Maffei hie und da ein ergänzen-
der Auszug unserer Schrift ist. Doch will ich damit dem Werke
Maffeis, dem ich viel Belehrung verdanke, und welches zwar eben
nicht unparteiisch aber doch ruhig, inhaltsreich und im Ganzen zuver-
läßig ist, nicht im Mindesten zu nahe treten.

47.
Relatione di monsr revmo Gio P. Ghisilieri a papa Gregorio XIII,
tornando egli dal presidentato della Romagna.
S. I. p. 389.
48.
Discorso over ritratto della corte di Roma di monsr illmo Com-
mendone all illmo sr Hier. Savorgnano. (Bibl. Vindob.
Codd. Rangon. nr. 18. fol. 278--395.)

Nach allem Anschein gehört dieß Werk in die Zeiten Gregors.
Commendones Namen möchte ich nicht verbürgen; von wem es aber
auch herrührt, es ist alle Mal ein Mann von Geist gewesen, tief
eingeweiht in die geheimeren Beziehungen des römischen Lebens.

Den Hof definirt er so. Questa republica e un principato
di somma autorita in una aristocratia universa di tutti i chri-
stiani collocato in Roma. Il suo principio e la religione. Con-
ciosia,
schließt er nun weiter, che la religione sia il fine e che
questa si mantenga con la virtu e con la dottrina, e impossi-
bile che alterandosi le conditioni degli uomini non si rivolga in-
sieme sotto sopra tutta la republica.

Er handelt nun hauptsächlich von diesem Conflict geistlicher und
weltlicher Bestrebungen. Vor allem schärft er große Vorsicht ein:
molto riguardo di tutti i movimenti e gesti della persona: casa,

Discorso della corte di Roma.
Es waͤre ſehr zu wuͤnſchen, daß wir dieß Werk wenigſtens noch uͤber
die religioͤſen Irrungen beſaͤßen.

Obige Stelle habe ich auch darum angefuͤhrt, weil gleich die
erſten Zeilen beweiſen, daß es zu den Quellen gehoͤrt deren ſich Maf-
fei in ſeinen Annali di Gregorio XIII Pontefice Massimo be-
dient hat. Man vergleiche I, p. 27 bei Maffei. Scrisse a Carlo
risentitamente, che se egli comportava che i sudditi e ministri
s’intromettessero in questa guerra per distornarla, egli tutto ri-
conoscerebbe da lui e dalla mala sua intenzione. E per l’istesso
fine operò che li signori Veneziani gli mandassero un’ amba-
sciadore con diligenza. Rispose Carlo modestamente, ch’egli fa-
rebbe ogni possibile perchè i suoi nè a lui dovessero dar dis-
gusto nè agli Spagnuoli sospetto di quello ch’egli non aveva in
pensiero. Ma non restò però di dolersi con Emanuele duca di
Savoja della risentita maniera con che gli aveva scritto il pon-
tefice: parendogli che si fosse lasciato spingere dagli Spagnuoli
che avessero voglia essi di romperla: et ad un tempo cominciò
a presidiare le città delle frontiere.

Auch uͤbrigens finde ich, daß Maffei hie und da ein ergaͤnzen-
der Auszug unſerer Schrift iſt. Doch will ich damit dem Werke
Maffeis, dem ich viel Belehrung verdanke, und welches zwar eben
nicht unparteiiſch aber doch ruhig, inhaltsreich und im Ganzen zuver-
laͤßig iſt, nicht im Mindeſten zu nahe treten.

47.
Relatione di monsr revmo Gio P. Ghisilieri a papa Gregorio XIII,
tornando egli dal presidentato della Romagna.
S. I. p. 389.
48.
Discorso over ritratto della corte di Roma di monsr illmo Com-
mendone all illmo sr Hier. Savorgnano. (Bibl. Vindob.
Codd. Rangon. nr. 18. fol. 278—395.)

Nach allem Anſchein gehoͤrt dieß Werk in die Zeiten Gregors.
Commendones Namen moͤchte ich nicht verbuͤrgen; von wem es aber
auch herruͤhrt, es iſt alle Mal ein Mann von Geiſt geweſen, tief
eingeweiht in die geheimeren Beziehungen des roͤmiſchen Lebens.

Den Hof definirt er ſo. Questa republica è un principato
di somma autorità in una aristocratia universa di tutti i chri-
stiani collocato in Roma. Il suo principio è la religione. Con-
ciosia,
ſchließt er nun weiter, che la religione sia il fine e che
questa si mantenga con la virtù e con la dottrina, è impossi-
bile che alterandosi le conditioni degli uomini non si rivolga in-
sieme sotto sopra tutta la republica.

Er handelt nun hauptſaͤchlich von dieſem Conflict geiſtlicher und
weltlicher Beſtrebungen. Vor allem ſchaͤrft er große Vorſicht ein:
molto riguardo di tutti i movimenti e gesti della persona: casa,

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[315/0327] Discorso della corte di Roma. Es waͤre ſehr zu wuͤnſchen, daß wir dieß Werk wenigſtens noch uͤber die religioͤſen Irrungen beſaͤßen. Obige Stelle habe ich auch darum angefuͤhrt, weil gleich die erſten Zeilen beweiſen, daß es zu den Quellen gehoͤrt deren ſich Maf- fei in ſeinen Annali di Gregorio XIII Pontefice Massimo be- dient hat. Man vergleiche I, p. 27 bei Maffei. Scrisse a Carlo risentitamente, che se egli comportava che i sudditi e ministri s’intromettessero in questa guerra per distornarla, egli tutto ri- conoscerebbe da lui e dalla mala sua intenzione. E per l’istesso fine operò che li signori Veneziani gli mandassero un’ amba- sciadore con diligenza. Rispose Carlo modestamente, ch’egli fa- rebbe ogni possibile perchè i suoi nè a lui dovessero dar dis- gusto nè agli Spagnuoli sospetto di quello ch’egli non aveva in pensiero. Ma non restò però di dolersi con Emanuele duca di Savoja della risentita maniera con che gli aveva scritto il pon- tefice: parendogli che si fosse lasciato spingere dagli Spagnuoli che avessero voglia essi di romperla: et ad un tempo cominciò a presidiare le città delle frontiere. Auch uͤbrigens finde ich, daß Maffei hie und da ein ergaͤnzen- der Auszug unſerer Schrift iſt. Doch will ich damit dem Werke Maffeis, dem ich viel Belehrung verdanke, und welches zwar eben nicht unparteiiſch aber doch ruhig, inhaltsreich und im Ganzen zuver- laͤßig iſt, nicht im Mindeſten zu nahe treten. 47. Relatione di monsr revmo Gio P. Ghisilieri a papa Gregorio XIII, tornando egli dal presidentato della Romagna. S. I. p. 389. 48. Discorso over ritratto della corte di Roma di monsr illmo Com- mendone all illmo sr Hier. Savorgnano. (Bibl. Vindob. Codd. Rangon. nr. 18. fol. 278—395.) Nach allem Anſchein gehoͤrt dieß Werk in die Zeiten Gregors. Commendones Namen moͤchte ich nicht verbuͤrgen; von wem es aber auch herruͤhrt, es iſt alle Mal ein Mann von Geiſt geweſen, tief eingeweiht in die geheimeren Beziehungen des roͤmiſchen Lebens. Den Hof definirt er ſo. Questa republica è un principato di somma autorità in una aristocratia universa di tutti i chri- stiani collocato in Roma. Il suo principio è la religione. Con- ciosia, ſchließt er nun weiter, che la religione sia il fine e che questa si mantenga con la virtù e con la dottrina, è impossi- bile che alterandosi le conditioni degli uomini non si rivolga in- sieme sotto sopra tutta la republica. Er handelt nun hauptſaͤchlich von dieſem Conflict geiſtlicher und weltlicher Beſtrebungen. Vor allem ſchaͤrft er große Vorſicht ein: molto riguardo di tutti i movimenti e gesti della persona: casa,

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 315. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/327>, abgerufen am 28.03.2024.