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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Vita e successi

alli suoi emoli e nemici, essendosi adoprato contro di lui va-
lorosamente il sigr cardl Riario, ma con pentimento poi grande,
non havendo trovato quella gratitudine che egli si haveva pre-
supposta; sicome anco intervenne al sigr cardle Alessandrino, che
tutto festante si credeva di maneggiare il pontificato a modo
suo: escendendo in San Pietro lo pregai che dovesse far of-
ficio con S. Bne in favore di monsr Carlo Broglia, rettore del
collegio Greco, per un beneficio che egli dimandava: mi ri-
spose tutto gratioso: "Non diamo fastidio a questo povero vec-
chio, perche noi saremo infallibilmente li padroni": al quale
sorridendo io all' hora risposi segretamente all' orrechie: "Fac-
cia dio che subito che sara passata questa sera, ella non se ne
penta": come appunto in effetto fu, poiche non stette mai di
cuore allegro in tutto quel pontificato, sentendo sempre ramma-
richi, angustie, travagli, affanni, pene et angoscii. E' ben
vero che esso medesimo se l'andava nelle maggior parte pro-
curando o per trascuraggine, inavertenza o altro o pure per la
troppa superbia con esprobare sempre esso assiduamente li be-
neficii, servitii et honorevolezze che haveva fatti a S. Bne.
Nelli primi ragionamenti che io potei havere con S. Sta fu il
rallegrarmi dell' assuntione sua al pontificato, con dirli che era
stata volonta di dio, poiche in quel tempo e punto che fu as-
sunto erano finite le 40 hore: quivi ella si dolse della mali-
gnita de tempi con molta humilta e pianse: l'essortai che co-
minciasse il pontificato con un giubileo generale, che tenesse
parimente cura del sant' officio e delle cose sue, sapendo bene
che da quello haveva havuto origine la sua grandezza.

III. Sache von Ferrara.

Venuto il duca di Ferrara in Roma per l'investitura, della
quale pretendeva che li fosse data buona intentione, vi furono
di molti garbugli: et avendomi io opposto gagliardamente nelli
publici e privati ragionamenti et in concistoro, mi persi affatto
la gratia del papa con procurarmi il sdegno del cardl Sfon-
drato, quale andava parlando per Roma che io sentivo mala-
mente dell' autorita del papa: come anco haveva imputato il car-
dinale di Camerino, che si mostrava molto ardente in servitio
della sede apostolica. Sentendomi pungere in cosa tanto lon-
tana dalla mente mia, io che ero andato incontrando tutti li
pericoli per la difensione dell' autorita del papa e della sede
apostolica, non potei fare di non alterarmene gravemente: e
come si conveniva: feci una apologia pro Cardinale Sancta
Severina contra cardinalem Sfondratum, ove si tratta qual sia
la carica e qual sia l'officio di cardinale: benche il papa, che
si era mostrato in concistoro molto turbato e collerico in ca-
mera, poi nel palazzo di S. Marco mi domando perdono con
lagrime e con humilta e con havermi anco ringratiato, penten-
dosi del decreto che egli haveva fatto in pregiudicio della bolla
di Pio V de non alienandis feudis. Partendosi il duca da Ro-
ma senza haver fatto effetto alcuno, da quel tempo in poi mi

Vita e successi

alli suoi emoli e nemici, essendosi adoprato contro di lui va-
lorosamente il sigr cardl Riario, ma con pentimento poi grande,
non havendo trovato quella gratitudine che egli si haveva pre-
supposta; sicome anco intervenne al sigr cardle Alessandrino, che
tutto festante si credeva di maneggiare il pontificato a modo
suo: escendendo in San Pietro lo pregai che dovesse far of-
ficio con S. Bne in favore di monsr Carlo Broglia, rettore del
collegio Greco, per un beneficio che egli dimandava: mi ri-
spose tutto gratioso: „Non diamo fastidio a questo povero vec-
chio, perche noi saremo infallibilmente li padroni“: al quale
sorridendo io all’ hora risposi segretamente all’ orrechie: „Fac-
cia dio che subito che sarà passata questa sera, ella non se ne
penta“: come appunto in effetto fu, poiche non stette mai di
cuore allegro in tutto quel pontificato, sentendo sempre ramma-
richi, angustie, travagli, affanni, pene et angoscii. E’ ben
vero che esso medesimo se l’andava nelle maggior parte pro-
curando o per trascuraggine, inavertenza o altro o pure per la
troppa superbia con esprobare sempre esso assiduamente li be-
neficii, servitii et honorevolezze che haveva fatti a S. Bne.
Nelli primi ragionamenti che io potei havere con S. S fu il
rallegrarmi dell’ assuntione sua al pontificato, con dirli che era
stata volontà di dio, poiche in quel tempo e punto che fu as-
sunto erano finite le 40 hore: quivi ella si dolse della mali-
gnità de tempi con molta humiltà e pianse: l’essortai che co-
minciasse il pontificato con un giubileo generale, che tenesse
parimente cura del sant’ officio e delle cose sue, sapendo bene
che da quello haveva havuto origine la sua grandezza.

III. Sache von Ferrara.

Venuto il duca di Ferrara in Roma per l’investitura, della
quale pretendeva che li fosse data buona intentione, vi furono
di molti garbugli: et avendomi io opposto gagliardamente nelli
publici e privati ragionamenti et in concistoro, mi persi affatto
la gratia del papa con procurarmi il sdegno del cardl Sfon-
drato, quale andava parlando per Roma che io sentivo mala-
mente dell’ autorità del papa: come anco haveva imputato il car-
dinale di Camerino, che si mostrava molto ardente in servitio
della sede apostolica. Sentendomi pungere in cosa tanto lon-
tana dalla mente mia, io che ero andato incontrando tutti li
pericoli per la difensione dell’ autorità del papa e della sede
apostolica, non potei fare di non alterarmene gravemente: e
come si conveniva: feci una apologia pro Cardinale Sancta
Severina contra cardinalem Sfondratum, ove si tratta qual sia
la carica e qual sia l’officio di cardinale: benche il papa, che
si era mostrato in concistoro molto turbato e collerico in ca-
mera, poi nel palazzo di S. Marco mi domandò perdono con
lagrime e con humiltà e con havermi anco ringratiato, penten-
dosi del decreto che egli haveva fatto in pregiudicio della bolla
di Pio V de non alienandis feudis. Partendosi il duca da Ro-
ma senza haver fatto effetto alcuno, da quel tempo in poi mi

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[350/0362] Vita e successi alli suoi emoli e nemici, essendosi adoprato contro di lui va- lorosamente il sigr cardl Riario, ma con pentimento poi grande, non havendo trovato quella gratitudine che egli si haveva pre- supposta; sicome anco intervenne al sigr cardle Alessandrino, che tutto festante si credeva di maneggiare il pontificato a modo suo: escendendo in San Pietro lo pregai che dovesse far of- ficio con S. Bne in favore di monsr Carlo Broglia, rettore del collegio Greco, per un beneficio che egli dimandava: mi ri- spose tutto gratioso: „Non diamo fastidio a questo povero vec- chio, perche noi saremo infallibilmente li padroni“: al quale sorridendo io all’ hora risposi segretamente all’ orrechie: „Fac- cia dio che subito che sarà passata questa sera, ella non se ne penta“: come appunto in effetto fu, poiche non stette mai di cuore allegro in tutto quel pontificato, sentendo sempre ramma- richi, angustie, travagli, affanni, pene et angoscii. E’ ben vero che esso medesimo se l’andava nelle maggior parte pro- curando o per trascuraggine, inavertenza o altro o pure per la troppa superbia con esprobare sempre esso assiduamente li be- neficii, servitii et honorevolezze che haveva fatti a S. Bne. Nelli primi ragionamenti che io potei havere con S. Stà fu il rallegrarmi dell’ assuntione sua al pontificato, con dirli che era stata volontà di dio, poiche in quel tempo e punto che fu as- sunto erano finite le 40 hore: quivi ella si dolse della mali- gnità de tempi con molta humiltà e pianse: l’essortai che co- minciasse il pontificato con un giubileo generale, che tenesse parimente cura del sant’ officio e delle cose sue, sapendo bene che da quello haveva havuto origine la sua grandezza. III. Sache von Ferrara. Venuto il duca di Ferrara in Roma per l’investitura, della quale pretendeva che li fosse data buona intentione, vi furono di molti garbugli: et avendomi io opposto gagliardamente nelli publici e privati ragionamenti et in concistoro, mi persi affatto la gratia del papa con procurarmi il sdegno del cardl Sfon- drato, quale andava parlando per Roma che io sentivo mala- mente dell’ autorità del papa: come anco haveva imputato il car- dinale di Camerino, che si mostrava molto ardente in servitio della sede apostolica. Sentendomi pungere in cosa tanto lon- tana dalla mente mia, io che ero andato incontrando tutti li pericoli per la difensione dell’ autorità del papa e della sede apostolica, non potei fare di non alterarmene gravemente: e come si conveniva: feci una apologia pro Cardinale Sancta Severina contra cardinalem Sfondratum, ove si tratta qual sia la carica e qual sia l’officio di cardinale: benche il papa, che si era mostrato in concistoro molto turbato e collerico in ca- mera, poi nel palazzo di S. Marco mi domandò perdono con lagrime e con humiltà e con havermi anco ringratiato, penten- dosi del decreto che egli haveva fatto in pregiudicio della bolla di Pio V de non alienandis feudis. Partendosi il duca da Ro- ma senza haver fatto effetto alcuno, da quel tempo in poi mi

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 350. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/362>, abgerufen am 29.03.2024.