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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Relatione 1707.
ministri di soda indifferenza come padre comune per rendersi
arbitro e venerato a beneficio proprio e della cristianita e d'au-
mentare le sue truppe sotto buoni officiali per appoggiar meglio
il rispetto contro l'altrui intemperanza, dovessero sbracciarsi come
consigli infelici, anche nell' esperienza di chi li porgeva. Il
frutto d'aver preferite arti piu obblique e studj d'economia, la
peggior consigliera della politica, fu di soffrir dopo e tutt'ora
cio ch'e noto, ma quel ch'e piu, con apparenza di non soffrir
senza colpa nel tribunale della fama, ch'e sovrano anche ai prin-
cipi. Spedi, come adduce in sua difesa, nuncj estraordinarj
per la pace universale senza riguardo a spesa et all' ingiuria
dell' esclusione incontrata a Vienna: propose leghe, accordi, ar-
mistitij per la quiete particolare di questa provincia, ma fuor
di tempo e dopo che le dimostrationi di partialita del principio
e nel progresso notate introdussero il verme nei migliori semi:
onde l'essersi reso una volta sospetto fu un spogliar il zelo di
autorita e constituire per sempre impotente il principal instru-
mento della concordia. Difficile riuscira in effetto alla Sta Sua
il purgar questa imputatione, anzi quella d'aver contribuito a
tirare nel suo senso tutti li principi d' Italia appresso quali vo-
leva, notoria essendo la condotta non solo di quelli di Parma,
suo feudatario, ma della casa di Fiorenze: onde la sola cautela
costante della Serma Republica ha data soggetione al papa e
documento agli altri, mercandone pero immeritata odiosita ap-
presso Francesi che sopra di lei fu da Sua Bne scaricata.

156.
Lorenzo Tiepolo Kr Procr Relatione di Roma 1712. (40 Bl.)

Die Competenzen zwischen geistlichem und weltlichem Forum neh-
men von Jahr zu Jahr die Aufmerksamkeit mehr in Anspruch. L.
Tiepolo beginnt gleich mit denselben.

Er thut das aber mit einem ungewöhnlichen Ernst. Die Ma-
terie, sagt er, sey absichtlich verwirrt; um sie zu scheiden, den Für-
sten das Ihre zukommen zu lassen, und doch auch die Verehrung
die dem päpstlichen Stuhl gebühre nicht zu verletzen, brauche man
doppelt die Gnade Gottes.

Zuerst schildert er aufs neue die Persönlichkeit Clemens IX. Auch
er bewundert die Gelehrsamkeit, den Eifer, die Leutseligkeit und Mä-
ßigung desselben; jedoch es könnte seyn, sagt er, daß sie nicht den
einzig zulässigen Zweck hätten, die Tugend selbst, sondern mensch-
liche Nebenrücksichten, und daß sie darum nicht von Gott gesegnet
würden: es könnte sein, daß der Eifer, mit welchem er sich der Re-
gierung widmet, von einer zu großen Meinung von seinem persönli-
chen Verdienst umgeben, und weniger auf die Sache selbst, als auf
das Lob und das Ansehen das daher entspringen kann, gerichtet wäre;
-- Lob vermöge alles über ihn; sein Arzt z. B., um seinen Einfluß
zu behaupten, pflege diese Neigung; die Schmeichelei feuere ihn an,
die Ehre des h. Stuhles aufrecht zu erhalten: -- daher komme es,
daß er die Rechte der Fürsten und Staaten so wenig berücksichtige;

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Relatione 1707.
ministri di soda indifferenza come padre comune per rendersi
arbitro e venerato a beneficio proprio e della cristianità e d’au-
mentare le sue truppe sotto buoni officiali per appoggiar meglio
il rispetto contro l’altrui intemperanza, dovessero sbracciarsi come
consigli infelici, anche nell’ esperienza di chi li porgeva. Il
frutto d’aver preferite arti più obblique e studj d’economia, la
peggior consigliera della politica, fu di soffrir dopo e tutt’ora
ciò ch’è noto, ma quel ch’è più, con apparenza di non soffrir
senza colpa nel tribunale della fama, ch’è sovrano anche ai prin-
cipi. Spedì, come adduce in sua difesa, nuncj estraordinarj
per la pace universale senza riguardo a spesa et all’ ingiuria
dell’ esclusione incontrata a Vienna: propose leghe, accordi, ar-
mistitij per la quiete particolare di questa provincia, ma fuor
di tempo e dopo che le dimostrationi di partialità del principio
e nel progresso notate introdussero il verme nei migliori semi:
onde l’essersi reso una volta sospetto fu un spogliar il zelo di
autorità e constituire per sempre impotente il principal instru-
mento della concordia. Difficile riuscirà in effetto alla S Sua
il purgar questa imputatione, anzi quella d’aver contribuito a
tirare nel suo senso tutti li principi d’ Italia appresso quali vo-
leva, notoria essendo la condotta non solo di quelli di Parma,
suo feudatario, ma della casa di Fiorenze: onde la sola cautela
costante della Serma Republica ha data soggetione al papa e
documento agli altri, mercandone però immeritata odiosità ap-
presso Francesi che sopra di lei fu da Sua Bne scaricata.

156.
Lorenzo Tiepolo Kr Procr Relatione di Roma 1712. (40 Bl.)

Die Competenzen zwiſchen geiſtlichem und weltlichem Forum neh-
men von Jahr zu Jahr die Aufmerkſamkeit mehr in Anſpruch. L.
Tiepolo beginnt gleich mit denſelben.

Er thut das aber mit einem ungewoͤhnlichen Ernſt. Die Ma-
terie, ſagt er, ſey abſichtlich verwirrt; um ſie zu ſcheiden, den Fuͤr-
ſten das Ihre zukommen zu laſſen, und doch auch die Verehrung
die dem paͤpſtlichen Stuhl gebuͤhre nicht zu verletzen, brauche man
doppelt die Gnade Gottes.

Zuerſt ſchildert er aufs neue die Perſoͤnlichkeit Clemens IX. Auch
er bewundert die Gelehrſamkeit, den Eifer, die Leutſeligkeit und Maͤ-
ßigung deſſelben; jedoch es koͤnnte ſeyn, ſagt er, daß ſie nicht den
einzig zulaͤſſigen Zweck haͤtten, die Tugend ſelbſt, ſondern menſch-
liche Nebenruͤckſichten, und daß ſie darum nicht von Gott geſegnet
wuͤrden: es koͤnnte ſein, daß der Eifer, mit welchem er ſich der Re-
gierung widmet, von einer zu großen Meinung von ſeinem perſoͤnli-
chen Verdienſt umgeben, und weniger auf die Sache ſelbſt, als auf
das Lob und das Anſehen das daher entſpringen kann, gerichtet waͤre;
— Lob vermoͤge alles uͤber ihn; ſein Arzt z. B., um ſeinen Einfluß
zu behaupten, pflege dieſe Neigung; die Schmeichelei feuere ihn an,
die Ehre des h. Stuhles aufrecht zu erhalten: — daher komme es,
daß er die Rechte der Fuͤrſten und Staaten ſo wenig beruͤckſichtige;

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[499/0511] Relatione 1707. ministri di soda indifferenza come padre comune per rendersi arbitro e venerato a beneficio proprio e della cristianità e d’au- mentare le sue truppe sotto buoni officiali per appoggiar meglio il rispetto contro l’altrui intemperanza, dovessero sbracciarsi come consigli infelici, anche nell’ esperienza di chi li porgeva. Il frutto d’aver preferite arti più obblique e studj d’economia, la peggior consigliera della politica, fu di soffrir dopo e tutt’ora ciò ch’è noto, ma quel ch’è più, con apparenza di non soffrir senza colpa nel tribunale della fama, ch’è sovrano anche ai prin- cipi. Spedì, come adduce in sua difesa, nuncj estraordinarj per la pace universale senza riguardo a spesa et all’ ingiuria dell’ esclusione incontrata a Vienna: propose leghe, accordi, ar- mistitij per la quiete particolare di questa provincia, ma fuor di tempo e dopo che le dimostrationi di partialità del principio e nel progresso notate introdussero il verme nei migliori semi: onde l’essersi reso una volta sospetto fu un spogliar il zelo di autorità e constituire per sempre impotente il principal instru- mento della concordia. Difficile riuscirà in effetto alla Stà Sua il purgar questa imputatione, anzi quella d’aver contribuito a tirare nel suo senso tutti li principi d’ Italia appresso quali vo- leva, notoria essendo la condotta non solo di quelli di Parma, suo feudatario, ma della casa di Fiorenze: onde la sola cautela costante della Serma Republica ha data soggetione al papa e documento agli altri, mercandone però immeritata odiosità ap- presso Francesi che sopra di lei fu da Sua Bne scaricata. 156. Lorenzo Tiepolo Kr Procr Relatione di Roma 1712. (40 Bl.) Die Competenzen zwiſchen geiſtlichem und weltlichem Forum neh- men von Jahr zu Jahr die Aufmerkſamkeit mehr in Anſpruch. L. Tiepolo beginnt gleich mit denſelben. Er thut das aber mit einem ungewoͤhnlichen Ernſt. Die Ma- terie, ſagt er, ſey abſichtlich verwirrt; um ſie zu ſcheiden, den Fuͤr- ſten das Ihre zukommen zu laſſen, und doch auch die Verehrung die dem paͤpſtlichen Stuhl gebuͤhre nicht zu verletzen, brauche man doppelt die Gnade Gottes. Zuerſt ſchildert er aufs neue die Perſoͤnlichkeit Clemens IX. Auch er bewundert die Gelehrſamkeit, den Eifer, die Leutſeligkeit und Maͤ- ßigung deſſelben; jedoch es koͤnnte ſeyn, ſagt er, daß ſie nicht den einzig zulaͤſſigen Zweck haͤtten, die Tugend ſelbſt, ſondern menſch- liche Nebenruͤckſichten, und daß ſie darum nicht von Gott geſegnet wuͤrden: es koͤnnte ſein, daß der Eifer, mit welchem er ſich der Re- gierung widmet, von einer zu großen Meinung von ſeinem perſoͤnli- chen Verdienſt umgeben, und weniger auf die Sache ſelbſt, als auf das Lob und das Anſehen das daher entſpringen kann, gerichtet waͤre; — Lob vermoͤge alles uͤber ihn; ſein Arzt z. B., um ſeinen Einfluß zu behaupten, pflege dieſe Neigung; die Schmeichelei feuere ihn an, die Ehre des h. Stuhles aufrecht zu erhalten: — daher komme es, daß er die Rechte der Fuͤrſten und Staaten ſo wenig beruͤckſichtige; 32*

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 499. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/511>, abgerufen am 23.04.2024.