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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Relatione di Roma 1623.
canuto, d'attillatura piu che ordinaria, e di gratia singolare ne'
gesti e ne' moti del corpo. Parla per eccellenza bene, et in
qualsivoglia discorso che s'entra seco, ha da difendersi quanto
vuole, e d'ogni materia mostra d'haver peritia straordinaria.
Ha mostrato sin hora diletto grande della poesia, l'uso della
quale non ha mai intermesso, ne pure nelle occupationi et nelli
studii piu serij: percio gl'intendenti di questa arte e delle lettere
che chiamano di humanita sono stati sempre benveduti da lui, et
gli ha favoriti cortesemente in quello che ha potuto: non l'a pero
questo diletto astratto da quello che importava piu e che era
piu necessario per li carichi che successivamente li sono pas-
sati per le mani, dico dallo studio delle leggi, nel quale ha
faticato incessantemente dalla prima gioventu sino a questi ul-
timi anni con tanta maggiore applicatione, perche cosi richie-
deva la carica del perfetto della signatura di giustitia, magi-
strato che richiede studio et acutezza grandissima et esattissima
per la varieta delle materie che vi concorrono. Delli affari del
mondo e degl' interessi de' prencipi e intendentissimo, quanto
che se nelle scuole politiche havesse fatto continua dimora.

Es ist wohl nicht nöthig, das weiter mitzutheilen: es ist doch
nur im Allgemeinen ähnlich. Die feineren Züge dieser geistigen
Physiognomie, sey es daß sie sich erst später entwickelten, oder daß
Zeno sie nicht aufzufassen verstand, finden wir hier nicht.

Eben so wenig ist dieß bei den folgenden Schilderungen der
Verwandten des Papstes der Fall, oder bei den Cardinälen, die der
Autor ausführlich durchgeht.

Nur das ist zu bemerken, daß er von den venezianischen Car-
dinälen keinerlei Dienste zu erwarten räth. "Priuli", sagt er, "lan-
guido di spirito come di corpo."
So schnöde behandelt er sie.
Von Venier will er gar nicht reden, um nicht Händel mit den Ver-
wandten desselben zu bekommen.

Dann kommt er auf die politischen Verhältnisse. Er ist nur zu-
frieden, daß dießmal ein Papst gewählt worden, der nicht in die
Spanier verliebt sey. Albuquerque habe den Boden ungewöhn-
lich hart gefunden und man habe ihm seine Forderungen nicht be-
willigt. Das Verhältniß Urbans VIII. zu Frankreich schildert Zeno
folgendergestalt.

Non e da dubitarsi che il pontefice verso il regno di Fran-
cia habbi molta propensione d'affetto, additandocelo molte conget-
ture probabilissime: hebbero a quella corte principio le sue gran-
dezze, alle quali, se bene ascese per meriti proprii, non nega
pero egli medesimo che di grande ajuto li fossero le attestationi
d'Henrico quarto della sodisfattione che haveva del suo modo
di negotiare et del gusto che sentirebbe di vederli partecipato
l'honor solito a conferirsi alli altri residenti in quella carica;
quadra benissimo a Sua Sta il trattare de' Francesi ingenuo et
libero, lontano dalli artificii, lontano dalle duplicita proprie delle
altre nationi; ha una certa conformita di genio alle qualita de'
studii alli quali s'applicano et de' quali si dilettano piu li Fran-
cesi, ch'e la pulitezza delle lettere, l'eruditione piu acconcia,

Relatione di Roma 1623.
canuto, d’attillatura più che ordinaria, e di gratia singolare ne’
gesti e ne’ moti del corpo. Parla per eccellenza bene, et in
qualsivoglia discorso che s’entra seco, ha da difendersi quanto
vuole, e d’ogni materia mostra d’haver peritia straordinaria.
Ha mostrato sin hora diletto grande della poesia, l’uso della
quale non ha mai intermesso, nè pure nelle occupationi et nelli
studii più serij: perciò gl’intendenti di questa arte e delle lettere
che chiamano di humanità sono stati sempre benveduti da lui, et
gli ha favoriti cortesemente in quello che ha potuto: non l’a però
questo diletto astratto da quello che importava più e che era
più necessario per li carichi che successivamente li sono pas-
sati per le mani, dico dallo studio delle leggi, nel quale ha
faticato incessantemente dalla prima gioventù sino a questi ul-
timi anni con tanta maggiore applicatione, perche così richie-
deva la carica del perfetto della signatura di giustitia, magi-
strato che richiede studio et acutezza grandissima et esattissima
per la varietà delle materie che vi concorrono. Delli affari del
mondo e degl’ interessi de’ prencipi è intendentissimo, quanto
che se nelle scuole politiche havesse fatto continua dimora.

Es iſt wohl nicht noͤthig, das weiter mitzutheilen: es iſt doch
nur im Allgemeinen aͤhnlich. Die feineren Zuͤge dieſer geiſtigen
Phyſiognomie, ſey es daß ſie ſich erſt ſpaͤter entwickelten, oder daß
Zeno ſie nicht aufzufaſſen verſtand, finden wir hier nicht.

Eben ſo wenig iſt dieß bei den folgenden Schilderungen der
Verwandten des Papſtes der Fall, oder bei den Cardinaͤlen, die der
Autor ausfuͤhrlich durchgeht.

Nur das iſt zu bemerken, daß er von den venezianiſchen Car-
dinaͤlen keinerlei Dienſte zu erwarten raͤth. „Priuli“, ſagt er, „lan-
guido di spirito come di corpo.“
So ſchnoͤde behandelt er ſie.
Von Venier will er gar nicht reden, um nicht Haͤndel mit den Ver-
wandten deſſelben zu bekommen.

Dann kommt er auf die politiſchen Verhaͤltniſſe. Er iſt nur zu-
frieden, daß dießmal ein Papſt gewaͤhlt worden, der nicht in die
Spanier verliebt ſey. Albuquerque habe den Boden ungewoͤhn-
lich hart gefunden und man habe ihm ſeine Forderungen nicht be-
willigt. Das Verhaͤltniß Urbans VIII. zu Frankreich ſchildert Zeno
folgendergeſtalt.

Non è da dubitarsi che il pontefice verso il regno di Fran-
cia habbi molta propensione d’affetto, additandocelo molte conget-
ture probabilissime: hebbero a quella corte principio le sue gran-
dezze, alle quali, se bene ascese per meriti proprii, non nega
però egli medesimo che di grande ajuto li fossero le attestationi
d’Henrico quarto della sodisfattione che haveva del suo modo
di negotiare et del gusto che sentirebbe di vederli partecipato
l’honor solito a conferirsi alli altri residenti in quella carica;
quadra benissimo a Sua S il trattare de’ Francesi ingenuo et
libero, lontano dalli artificii, lontano dalle duplicità proprie delle
altre nationi; ha una certa conformità di genio alle qualità de’
studii alli quali s’applicano et de’ quali si dilettano più li Fran-
cesi, ch’è la pulitezza delle lettere, l’eruditione più acconcia,

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[397/0409] Relatione di Roma 1623. canuto, d’attillatura più che ordinaria, e di gratia singolare ne’ gesti e ne’ moti del corpo. Parla per eccellenza bene, et in qualsivoglia discorso che s’entra seco, ha da difendersi quanto vuole, e d’ogni materia mostra d’haver peritia straordinaria. Ha mostrato sin hora diletto grande della poesia, l’uso della quale non ha mai intermesso, nè pure nelle occupationi et nelli studii più serij: perciò gl’intendenti di questa arte e delle lettere che chiamano di humanità sono stati sempre benveduti da lui, et gli ha favoriti cortesemente in quello che ha potuto: non l’a però questo diletto astratto da quello che importava più e che era più necessario per li carichi che successivamente li sono pas- sati per le mani, dico dallo studio delle leggi, nel quale ha faticato incessantemente dalla prima gioventù sino a questi ul- timi anni con tanta maggiore applicatione, perche così richie- deva la carica del perfetto della signatura di giustitia, magi- strato che richiede studio et acutezza grandissima et esattissima per la varietà delle materie che vi concorrono. Delli affari del mondo e degl’ interessi de’ prencipi è intendentissimo, quanto che se nelle scuole politiche havesse fatto continua dimora. Es iſt wohl nicht noͤthig, das weiter mitzutheilen: es iſt doch nur im Allgemeinen aͤhnlich. Die feineren Zuͤge dieſer geiſtigen Phyſiognomie, ſey es daß ſie ſich erſt ſpaͤter entwickelten, oder daß Zeno ſie nicht aufzufaſſen verſtand, finden wir hier nicht. Eben ſo wenig iſt dieß bei den folgenden Schilderungen der Verwandten des Papſtes der Fall, oder bei den Cardinaͤlen, die der Autor ausfuͤhrlich durchgeht. Nur das iſt zu bemerken, daß er von den venezianiſchen Car- dinaͤlen keinerlei Dienſte zu erwarten raͤth. „Priuli“, ſagt er, „lan- guido di spirito come di corpo.“ So ſchnoͤde behandelt er ſie. Von Venier will er gar nicht reden, um nicht Haͤndel mit den Ver- wandten deſſelben zu bekommen. Dann kommt er auf die politiſchen Verhaͤltniſſe. Er iſt nur zu- frieden, daß dießmal ein Papſt gewaͤhlt worden, der nicht in die Spanier verliebt ſey. Albuquerque habe den Boden ungewoͤhn- lich hart gefunden und man habe ihm ſeine Forderungen nicht be- willigt. Das Verhaͤltniß Urbans VIII. zu Frankreich ſchildert Zeno folgendergeſtalt. Non è da dubitarsi che il pontefice verso il regno di Fran- cia habbi molta propensione d’affetto, additandocelo molte conget- ture probabilissime: hebbero a quella corte principio le sue gran- dezze, alle quali, se bene ascese per meriti proprii, non nega però egli medesimo che di grande ajuto li fossero le attestationi d’Henrico quarto della sodisfattione che haveva del suo modo di negotiare et del gusto che sentirebbe di vederli partecipato l’honor solito a conferirsi alli altri residenti in quella carica; quadra benissimo a Sua Stà il trattare de’ Francesi ingenuo et libero, lontano dalli artificii, lontano dalle duplicità proprie delle altre nationi; ha una certa conformità di genio alle qualità de’ studii alli quali s’applicano et de’ quali si dilettano più li Fran- cesi, ch’è la pulitezza delle lettere, l’eruditione più acconcia,

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 397. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/409>, abgerufen am 07.05.2024.