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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Rel. di IV ambasciatori 1645.
fu vicino ad esser papa e che fu fatto cardle da Clemente VIII
mentre si trovava auditor decano della rota chiaro per la virtu
et innocenza de' suoi costumi. Si trova la Sta Sua in eta di
72 anni, di statura piu che ordinaria, ben proportionata, mae-
stosa nella persona, piena di grande mansuetudine e benignita:
onde sempre che esce dalle sue stanze per occasione di conci-
storj, capelle o altre occasioni, da prontamente e volentieri au-
dienza a tutti di ogni conditione, benche poveri e miserabili che
se gli fanno innanzi, riceve i lor memoriali, e con molta pa-
tienza e carita procura di sollevare ognuno, consolar tutti con
grande acclamation dei sudditi e con gran differenza dal pon-
tificato antecedente. Fu il papa prima avvocato concistoriale,
poi auditor di rota eletto da Clemente VIII. Fu da Gregorio
XV mandato noncio a Napoli e da Urbano VIII impiegato
nelle legationi di Franza e Spagna del cardl Barberino con ti-
tolo di datario, fu dallo stesso Urbano eletto patriarca d'An-
tiochia, mandato noncio in Spagna, e poi promosso al cardina-
lato li 9 Novembre 1627. Come cardinale e stato in concetto
di natura severa, inclinato al vigore, puntuale nelle cose eccle-
siastiche. E' stato sempre adoperato in tutte le congregationi
principali, e si puo dire che ha esercitate tutte le cariche piu prin-
cipali di Roma con universale sodisfattione, havendo nell' animo
suo fatta sempre particolar sede la modestia, la patienza, l'in-
tegrita, la virtu, la mira di non disgustare alcuno, accarezzando
tutti e condonando le ingiurie. Gode una buona salute, ha
complessione assai robusta, va sobrio nel cibo, fa volentieri
esercitio, assiste alle capelle et altre funtioni con gran mae-
sta, e fa tutte le cose ecclesiastiche con pompa, decoro, parti-
colar godimento suo e puntnalita. Va pesato assai in tutti li
negotii gravi, vuol tempo ad esaminarli e risolverli. E' stato
solito nella sua passata fortuna andar tardi e tardi levarsi dal
letto, osserva il medesimo stile nel pontificato, onde rare volte
e retirato avanti la mezza notte ne levato la mattina avanti
qualche hora del giorno. Ha nei tempi andati fatta molta sti-
ma dei principi: ha desiderate le loro giuste sodisfattioni: si
dichiara preservare ne' stessi concetti, non voler esser partiale
d'alcuna delle due corone, ma padre universale amorevole di
tutti: si risente non incontrar bene ne con l'una ne con l'altra
di esse al presente, e se n'e esalata con grande confidenza piu
d'una volta con noi; crede pero che ognuno si dolga per av-
vantaggiare i proprj interessi, non perche ambedue non cono-
scano la necessita della sua indipendenza, e come che sia amica
della pace naturalmente e la obblighi a questa il posto di pon-
tefice in cui si trova constituito. Va nutrendosi con simili con-
cetti ricevendo a grande alimento suo la confidenza con la
Serenissima Republica, come questa con l'autorita, consigli et
amor suo possa esserle del maggior presidio: anzi soggetto di
grand' eminenza e della maggior confidenza nostra ha confidato
ad alcuno di noi, forse d'ordine della Sta Sua, la intentione
ch' ella havrebbe di stringersi con l' EE VV con particolare al-

Rel. di IV ambasciatori 1645.
fu vicino ad esser papa e che fu fatto cardle da Clemente VIII
mentre si trovava auditor decano della rota chiaro per la virtù
et innocenza de’ suoi costumi. Si trova la S Sua in età di
72 anni, di statura più che ordinaria, ben proportionata, mae-
stosa nella persona, piena di grande mansuetudine e benignità:
onde sempre che esce dalle sue stanze per occasione di conci-
storj, capelle o altre occasioni, da prontamente e volentieri au-
dienza a tutti di ogni conditione, benche poveri e miserabili che
se gli fanno innanzi, riceve i lor memoriali, e con molta pa-
tienza e carità procura di sollevare ognuno, consolar tutti con
grande acclamation dei sudditi e con gran differenza dal pon-
tificato antecedente. Fu il papa prima avvocato concistoriale,
poi auditor di rota eletto da Clemente VIII. Fu da Gregorio
XV mandato noncio a Napoli e da Urbano VIII impiegato
nelle legationi di Franza e Spagna del cardl Barberino con ti-
tolo di datario, fu dallo stesso Urbano eletto patriarca d’An-
tiochia, mandato noncio in Spagna, e poi promosso al cardina-
lato li 9 Novembre 1627. Come cardinale è stato in concetto
di natura severa, inclinato al vigore, puntuale nelle cose eccle-
siastiche. E’ stato sempre adoperato in tutte le congregationi
principali, e si può dire che ha esercitate tutte le cariche più prin-
cipali di Roma con universale sodisfattione, havendo nell’ animo
suo fatta sempre particolar sede la modestia, la patienza, l’in-
tegrità, la virtù, la mira di non disgustare alcuno, accarezzando
tutti e condonando le ingiurie. Gode una buona salute, ha
complessione assai robusta, va sobrio nel cibo, fa volentieri
esercitio, assiste alle capelle et altre funtioni con gran mae-
stà, e fa tutte le cose ecclesiastiche con pompa, decoro, parti-
colar godimento suo e puntnalità. Va pesato assai in tutti li
negotii gravi, vuol tempo ad esaminarli e risolverli. E’ stato
solito nella sua passata fortuna andar tardi e tardi levarsi dal
letto, osserva il medesimo stile nel pontificato, onde rare volte
è retirato avanti la mezza notte nè levato la mattina avanti
qualche hora del giorno. Ha nei tempi andati fatta molta sti-
ma dei principi: ha desiderate le loro giuste sodisfattioni: si
dichiara preservare ne’ stessi concetti, non voler esser partiale
d’alcuna delle due corone, ma padre universale amorevole di
tutti: si risente non incontrar bene nè con l’una nè con l’altra
di esse al presente, e se n’è esalata con grande confidenza più
d’una volta con noi; crede però che ognuno si dolga per av-
vantaggiare i proprj interessi, non perche ambedue non cono-
scano la necessità della sua indipendenza, e come che sia amica
della pace naturalmente e la obblighi a questa il posto di pon-
tefice in cui si trova constituito. Va nutrendosi con simili con-
cetti ricevendo a grande alimento suo la confidenza con la
Serenissima Republica, come questa con l’autorità, consigli et
amor suo possa esserle del maggior presidio: anzi soggetto di
grand’ eminenza e della maggior confidenza nostra ha confidato
ad alcuno di noi, forse d’ordine della S Sua, la intentione
ch’ ella havrebbe di stringersi con l’ EE VV con particolare al-

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[452/0464] Rel. di IV ambasciatori 1645. fu vicino ad esser papa e che fu fatto cardle da Clemente VIII mentre si trovava auditor decano della rota chiaro per la virtù et innocenza de’ suoi costumi. Si trova la Stà Sua in età di 72 anni, di statura più che ordinaria, ben proportionata, mae- stosa nella persona, piena di grande mansuetudine e benignità: onde sempre che esce dalle sue stanze per occasione di conci- storj, capelle o altre occasioni, da prontamente e volentieri au- dienza a tutti di ogni conditione, benche poveri e miserabili che se gli fanno innanzi, riceve i lor memoriali, e con molta pa- tienza e carità procura di sollevare ognuno, consolar tutti con grande acclamation dei sudditi e con gran differenza dal pon- tificato antecedente. Fu il papa prima avvocato concistoriale, poi auditor di rota eletto da Clemente VIII. Fu da Gregorio XV mandato noncio a Napoli e da Urbano VIII impiegato nelle legationi di Franza e Spagna del cardl Barberino con ti- tolo di datario, fu dallo stesso Urbano eletto patriarca d’An- tiochia, mandato noncio in Spagna, e poi promosso al cardina- lato li 9 Novembre 1627. Come cardinale è stato in concetto di natura severa, inclinato al vigore, puntuale nelle cose eccle- siastiche. E’ stato sempre adoperato in tutte le congregationi principali, e si può dire che ha esercitate tutte le cariche più prin- cipali di Roma con universale sodisfattione, havendo nell’ animo suo fatta sempre particolar sede la modestia, la patienza, l’in- tegrità, la virtù, la mira di non disgustare alcuno, accarezzando tutti e condonando le ingiurie. Gode una buona salute, ha complessione assai robusta, va sobrio nel cibo, fa volentieri esercitio, assiste alle capelle et altre funtioni con gran mae- stà, e fa tutte le cose ecclesiastiche con pompa, decoro, parti- colar godimento suo e puntnalità. Va pesato assai in tutti li negotii gravi, vuol tempo ad esaminarli e risolverli. E’ stato solito nella sua passata fortuna andar tardi e tardi levarsi dal letto, osserva il medesimo stile nel pontificato, onde rare volte è retirato avanti la mezza notte nè levato la mattina avanti qualche hora del giorno. Ha nei tempi andati fatta molta sti- ma dei principi: ha desiderate le loro giuste sodisfattioni: si dichiara preservare ne’ stessi concetti, non voler esser partiale d’alcuna delle due corone, ma padre universale amorevole di tutti: si risente non incontrar bene nè con l’una nè con l’altra di esse al presente, e se n’è esalata con grande confidenza più d’una volta con noi; crede però che ognuno si dolga per av- vantaggiare i proprj interessi, non perche ambedue non cono- scano la necessità della sua indipendenza, e come che sia amica della pace naturalmente e la obblighi a questa il posto di pon- tefice in cui si trova constituito. Va nutrendosi con simili con- cetti ricevendo a grande alimento suo la confidenza con la Serenissima Republica, come questa con l’autorità, consigli et amor suo possa esserle del maggior presidio: anzi soggetto di grand’ eminenza e della maggior confidenza nostra ha confidato ad alcuno di noi, forse d’ordine della Stà Sua, la intentione ch’ ella havrebbe di stringersi con l’ EE VV con particolare al-

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 452. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/464>, abgerufen am 04.05.2024.