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[Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742.

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APOLOGIA DI SOFOCLE
le circostanze del suo delitto, si minuta com-
memorazione dit tanti titoli incestuosi, e la com-
binazione di tanti orrori, in vece d'aggungere
all'azione attrocita, la diminuiscono.

Qui prima e degno d'avvertimeno che la tra-
duzione francese ha certa condotta e certe locuzio-
ni che pregiudicano al bello e passionato senti-
mento di Sofocle: Ma non si puote ad ogni mo-
do compatire la franchezza con cui s'accusa si ce-
lebrato poeta ed un critico si dotto e giudizioso
qual e Longino. Per altro qual bisogno aveva
Edippo di spiegarsi piu chiaramente, se parlava
di cose a tutti note, come soggetto della sua dis-
grazia e motivi delle passate querele? Una es-
pressione piu chiara sarebbe da riporsi nel nume-
ro di que difetti, che secondo Aristotele fanno il
parlar freddo. Ma piu si convince il critico nostro
si perche Edippo parla qui seco medesimo per
modo d'esclamazione, lagnandosi del suo perver-
so destino; come perche s'esprime meglio il
trasporto delle passioni con l'ommissione di qual-
che cosa ancor che fosse necessaria. Pero Virgilio
volendo esprimere meglio il trasporto di Niso nel
vedere che si trucidava Eurialo dice, che egli es-
clamo quasi impazzito per lo furore

Me me adsum qui feci, in me convertite ferrum.

Per cio che s'aspetta all' altra parte della censura
dico, che per movere meglio l'altrui compassi-
one non v'era mezzo piu ptoprio, che mostrare
l'eccesso del proprio dolore giusta quel verso d'O-
razio.

Si vis me flere, dolendum est
Primum ipsi tibi, tunc tua me infortunia laedent.
Ne

APOLOGIA DI SOFOCLE
le circoſtanze del ſuo delitto, ſi minuta com-
memorazione dit tanti titoli inceſtuoſi, e la com-
binazione di tanti orrori, in vece d’aggungere
all’azione attrocitá, la diminuiscono.

Qui prima é degno d’avvertimeno che la tra-
duzione franceſe ha certa condotta e certe locuzio-
ni che pregiudicano al bello e paſſionato ſenti-
mento di Sofocle: Ma non ſi puote ad ogni mo-
do compatire la franchezza con cui ſ’accuſa ſi ce-
lebrato poeta ed un critico ſi dotto e giudizioſo
qual é Longino. Per altro qual biſogno aveva
Edippo di ſpiegarſi piu chiaramente, ſe parlava
di coſe a tutti note, come ſoggetto della ſua diſ-
grazia e motivi delle paſſate querele? Una eſ-
preſſione piu chiara ſarebbe da riporſi nel nume-
ro di que difetti, che ſecondo Ariſtotele fanno il
parlar freddo. Ma piu ſi convince il critico noſtro
ſì perche Edippo parla qui ſeco medeſimo per
modo d’eſclamazione, lagnandoſi del ſuo perver-
ſo deſtino; come perche s’eſprime meglio il
traſporto delle paſſioni con l’ommiſſione di qual-
che coſa ancor che foſſe neceſſaria. Però Virgilio
volendo eſprimere meglio il traſporto di Niſo nel
vedere che ſi trucidava Eurialo dice, che egli eſ-
clamó quaſi impazzito per lo furore

Me me adſum qui feci, in me convertite ferrum.

Per ció che ſ’aſpetta all’ altra parte della cenſura
dico, che per movere meglio l’altrui compaſſi-
one non v’era mezzo piu ptoprio, che moſtrare
l’ecceſſo del proprio dolore giuſta quel verſo d’O-
razio.

Si vis me flere, dolendum eſt
Primum ipſi tibi, tunc tua me infortunia lædent.
Ne
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[72/0074] APOLOGIA DI SOFOCLE le circoſtanze del ſuo delitto, ſi minuta com- memorazione dit tanti titoli inceſtuoſi, e la com- binazione di tanti orrori, in vece d’aggungere all’azione attrocitá, la diminuiscono. Qui prima é degno d’avvertimeno che la tra- duzione franceſe ha certa condotta e certe locuzio- ni che pregiudicano al bello e paſſionato ſenti- mento di Sofocle: Ma non ſi puote ad ogni mo- do compatire la franchezza con cui ſ’accuſa ſi ce- lebrato poeta ed un critico ſi dotto e giudizioſo qual é Longino. Per altro qual biſogno aveva Edippo di ſpiegarſi piu chiaramente, ſe parlava di coſe a tutti note, come ſoggetto della ſua diſ- grazia e motivi delle paſſate querele? Una eſ- preſſione piu chiara ſarebbe da riporſi nel nume- ro di que difetti, che ſecondo Ariſtotele fanno il parlar freddo. Ma piu ſi convince il critico noſtro ſì perche Edippo parla qui ſeco medeſimo per modo d’eſclamazione, lagnandoſi del ſuo perver- ſo deſtino; come perche s’eſprime meglio il traſporto delle paſſioni con l’ommiſſione di qual- che coſa ancor che foſſe neceſſaria. Però Virgilio volendo eſprimere meglio il traſporto di Niſo nel vedere che ſi trucidava Eurialo dice, che egli eſ- clamó quaſi impazzito per lo furore Me me adſum qui feci, in me convertite ferrum. Per ció che ſ’aſpetta all’ altra parte della cenſura dico, che per movere meglio l’altrui compaſſi- one non v’era mezzo piu ptoprio, che moſtrare l’ecceſſo del proprio dolore giuſta quel verſo d’O- razio. Si vis me flere, dolendum eſt Primum ipſi tibi, tunc tua me infortunia lædent. Ne

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Zitationshilfe: [Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742, S. 72. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/bodmer_sammlung03_1742/74>, abgerufen am 28.04.2024.